Caudarella
di Michele Russo
Estensione: 11 ettari
Prodotti: fico d'india, lamponi, ortaggi, trasformati
Progetti: Integrazione è futuro, LIFE Desert-Adapt
Possibilità di accoglienza: ospitalità informale, accoglienza volontari
Particolarità: da monocoltura a Permacultura
Caudarella è l'Azienda Agricola di Michele Russo, riprogettata in permacultura dal 2015 insieme a Vittoria Lo Dico.
I terreni di famiglia, abbandonati dopo essere stati coltivati in monocoltura di fico d'india, dal 2010 sono stati recuperati e trasformati in una piccola foresta produttiva in un processo costante di riprogettazione agro-ecologica. Tra i filari adesso si integrano una crescente varietà di erbe, arbusti e alberi sia per la produzione che per l'equilibrio ecosistemico.
Con un piccolo laboratorio di trasformazione realizzano composte, creme e sughi, mentre sperimentano tecniche di agricoltura rigenerativa e partecipano a progetti europei per la salvaguardia della biodiversità.
Quando nel 2010 decisi di mollare tutto per "ritornare alla terra" chiesi a mio nonno se potevo occuparmi di Caudarella, una campagna abbandonata dove erano stati piantati dei fico d'india che nessuno voleva gestire.
Pe un lungo periodo insieme a Vittoria abbiamo costantemente osservato e riprogettato questo piccolissimo pezzo di Sicilia vicino al bosco di S. Pietro, riserva naturale orientata di Caltagirone. Oggi le nostre strade si sono separate, ma la sua guida è stata fondamentale affinchè Caudarella oggi sia quello che è.
Mi occupo principalmente della produzione del fico d'india, coltura che nel tempo è passata da essere una monocultura a venire gestita come una piccola foresta produttiva, inglobando tra i filari una grandissima e crescente varietà di erbe, arbusti ed alberi sia per la produzione di cibo che per il mantenimento di un equilibrio ecosistemico sempre più stabile.
Nel tempo ho imparato, e continuo ad imparare, come valorizzare i prodotti che la terra ci offre, conoscendo le spontanee e studiando come utilizzare i prodotti secondari della coltivazione del fico d'india.
In campagna ho messo a dimora una trentina di varietà da frutto per il nostro fabbisogno (mio e dei tanti volontari che passano da qui), il mercato locale e la trasformazione. Abbiamo realizzato un piccolo laboratorio che ci permette di gestire al meglio le eccedenze, producendo composte, creme e sughi davvero buoni utilizzando le nostre materie prime e acquistando dal mercato Equo quello che non produciamo.
La terra di cui prendo cura viene gestita e quotidianamente ri-progettata secondo i principi della Permacultura. Non ha certificazione biologica, ma l'attenzione per la terra e per il benessere umano e animale è considerata da chi ci conosce una completa garanzia. Per noi utilizzare concimi o antiparassitari di sintesi è inimmaginabile: l'azienda agricola va pensata come un complesso agro-ecosistema.
Sperimentiamo tecniche di agricoltura rigenerativa dei suoli e di riduzione dei consumi idrici, e da qualche anno siamo partner, grazie anche al Consorzio, di un progetto LIFE per la salvaguardia della biodiversità e la promozione di tecniche agronomiche che contrastano i processi di desertificazione.
L'azienda è divisa in due fondi: uno in aperta campagna con un piccolo rudere dove abito, una roulotte per l'accoglienza di amici e visitatori, un magazzino di lavorazione e la maggior parte delle piante da frutto. L'altro è più vicino al paese con il nostro piccolo laboratorio di trasformazione.
Quello che faccio è animato dal desiderio che presto il bisogno di prendersi cura della Terra diventi un'esigenza collettiva e che numerose realtà uguali o migliori della nostra si facciano sempre più numerose.
foto 2-3-7 @Caterina Suzzi / Hans Lucas