La caduta anticipata dei frutti
Con il termine "cascola" si intende la precoce caduta dei frutti che può verificarsi in qualsiasi istante del periodo di coltivazione. È un fenomeno del tutto naturale e di per sé non costituisce una malattia della pianta che manifesta il “bisogno” di liberarsi dei troppi frutti presenti.
Tutte le colture da frutto, agrumi compresi, sono suscettibili a questo fenomeno e l’entità e la frequenza variano tra specie e specie e tra le varietà coltivate.
Nel caso degli agrumi la cascola pre-raccolta è particolarmente dannosa e difficile da prevedere poiché gli agrumi da frutti aclimaterici (non continuano a maturare dopo la raccolta, a differenza delle banane ad esempio che sono invece un frutto climaterico), maturano sulla pianta molto lentamente e gradualmente. Inoltre per diverse varietà la finestra tra “frutto maturo al punto giusto per essere raccolto” e “momento di stress ambientale per la pianta con conseguente cascola anticipata” rischiano spesso di sovrapporsi.
La cascola anticipata oggi si può contrastare trattando la pianta con molecole che agendo a livello ormonale ne riducono la cascola fisiologica anche se sottoposta a stress (moderati). I nostri agricoltori però non ne fanno uso.
Ci sono anni migliori e peggiori per la cascola. Ad esempio, nel 2025 non abbiamo potuto raccogliere le arance rosse dopo febbraio: infatti, dopo un’estate incredibilmente siccitosa, l’anno era iniziato con piogge abbondanti, venti fortissimi, ed elevati sbalzi termici tra giorno e notte. Questo ha determinato una caduta molto anticipata delle arance rosse (che sono per loro natura tra le arance più soggette a cascola, le tarocco in primis), tale da non permettere quei raccolti più tardivi che normalmente si effettuano in marzo. Ecco perché a volte dobbiamo togliere presto alcuni prodotti dalla nostra lista di disponibilità...
Per il futuro, continuiamo a lavorare cercando l’equilibrio tra i vostri desideri, la sostenibilità economica per il produttore (spesso tentato da “eliminare” cultivar di ottima qualità che purtroppo sono “scomode” per come funziona oggi il mercato), e soluzioni sostenibili per ridurre gli stress alle colture.
