Fondazione di Partecipazione
Ambizioni larghe, scarpe strette
Il Consorzio ha grandi ambizioni, vorremmo portare avanti svariati progetti in linea con la nostra visione di trasformazione della società. Il nostro statuto giuridico, però, rappresenta un limite per queste ambizioni sociali.
In parallelo, anche numerosi gruppi di Consum'Attori hanno iniziato a sviluppare progetti che vanno ben oltre la distribuzione di cibo.
Per questo, dal 2023, abbiamo iniziato insieme a loro un percorso per creare una Fondazione di Partecipazione: una nuova entità giuridica con la necessaria libertà di azione per sviluppare, finanziare e realizzare progetti di interesse generale.
La Costituente
Attualmente, diversi gruppi di lavoro, costituiti da Consum'Attori, soci e dipendenti del Consorzio, stanno discutendo per organizzare il futuro funzionamento della Fondazione. Il frutto di questo lavoro sarà consolidato nello Statuto e nel Regolamento dell'ente, che saranno sottoscritti dai Membri Fondatori. Scarica il Libretto per scoprire tutti i dettagli di questo processo.
Unisciti a noi. Impegnati a donare, o segui l'andamento del progetto
La Fondazione avrà bisogno di finanziamenti per operare! Dichiara il tuo impegno finanziario, per aiutarci a programmare i prossimi passi.
Puoi seguire l’andamento del progetto iscrivendoti alla newsletter dedicata. Scrivi a: cathie@legallinefelici.bio
Domande e risposte
Noi soci delle Galline Felici siamo legalmente costituiti come Consorzio. Questo istituto giuridico “leggero” si presta bene a due obiettivi principali: il supporto tecnico ai soci e la commercializzazione delle nostre produzioni agricole. Tuttavia, le nostre ambizioni hanno sempre superato questi due semplici scopi. Dalla nostra governance (molto) partecipativa e solidale ai rapporti e progetti con i nostri consumatori, dalla cura per il bene comune al supporto di numerose iniziative, abbiamo sempre puntato ad essere molto più di una semplice azienda commerciale.
Purtroppo, però, nel corso degli anni la realizzazione di queste ambizioni si è spesso scontrata con la mancanza di risorse e con i limiti imposti dalla struttura giuridica stessa del consorzio: non è facile riuscire a coniugare attività commerciali e sociali. Per motivi legali, il Consorzio è costretto a rifiutare le donazioni che talvolta i gruppi di consumatori desiderano fare. Da qui l'idea - che circola da diversi anni - di creare un nuovo soggetto giuridico per poter finanziare più facilmente progetti non direttamente legati alla commercializzazione dei prodotti agricoli.
Nel frattempo, in Italia e in Europa, numerosi gruppi di consumatori legati al Consorzio sono diventati più autonomi. Legati anche ad altri produttori agricoli, sono spesso diventati, in modi molto diversi, vere e proprie comunità di cittadini per l'offerta e la riflessione sul tema del cibo, dalla produzione alla distribuzione. In alcuni casi, facendo molto più che affrontare la questione alimentare. Anche fra questi gruppi, spesso oberati di impegni, le ambizioni si scontrano talvolta con la mancanza di risorse umane e/o finanziarie. Una struttura di supporto potrebbe essere molto utile.
Ultimo argomento, ma non meno importante: come agricoltori e/o consumatori, siamo tutti preoccupati, non solo per gli effetti del cambiamento climatico sulle nostre vite e sulle nostre agricolture, ma anche per il futuro incerto delle nostre società democratiche, perché ci rendiamo conto di quanto questo sconvolgimento possa distruggerci. Una cosa è certa: per affrontare gli anni a venire e mantenere vivi i nostri sogni - e forse anche solo per continuare a fare quello che stiamo facendo oggi - dovremo essere più uniti che mai, e questa nuova struttura sarà il nostro sostegno.
La parola Fondazione può immediatamente evocare l'immagine di una struttura opaca, finanziata da ricchi donatori in cerca di agevolazioni fiscali e di greenwashing.
Esistono certamente realtà di questo tipo. Ma esistono anche fondazioni governate democraticamente, per le quali l'espressione "bene comune" è più di uno slogan.
In ogni caso, il nostro progetto, così come lo abbiamo immaginato finora nella sua fase di avvio, ci sembra un progetto ragionevole, alla nostra portata, che richiede un finanziamento iniziale abbastanza contenuto. Inoltre, utilizza un "habitat" innovativo, la fondazione di partecipazione, che rappresenta un ulteriore incentivo.
Spetta a noi inventare il nostro modo di operare - creativo, gioioso e fruttuoso! - all'interno di questa struttura, così come tutti noi siamo stati in grado di fare all'interno delle varie strutture e gruppi cui apparteniamo.
Il principio di base di una Fondazione è quello di raccogliere fondi o beni che debbono essere messi al servizio di una causa, ed esclusivamente al servizio di quella causa, anche quando i membri fondatori avranno lasciato il posto ad altri. La definizione dello scopo della fondazione - quale o quali cause vogliamo sostenere? - è quindi molto importante perché, a differenza di quanto avviene per le associazioni, questo scopo può essere modificato solo marginalmente. In questo modo la fondazione offre ai suoi donatori e finanziatori la certezza nel tempo dell'uso “corretto” che verrà fatto dei loro contributi.
L'altra faccia della medaglia di questa solidità è il rischio di una governance meno democratica, ristretta intorno ai soli fondatori. Per evitare questo rischio, abbiamo optato per una struttura giuridica italiana innovativa: la Fondazione di Partecipazione. Stiamo inoltre mettendo in atto un processo di costituzione il più aperto possibile, soprattutto per quanto riguarda la definizione dei progetti che la fondazione potrebbe finanziare.
La Fondazione ha anche un aspetto transgenerazionale più marcato rispetto all'associazione: i suoi fondatori dichiarano l'esplicita volontà di trasmettere ciò che loro stessi hanno sognato e messo in pratica in un determinato momento storico, per sostenere un'altra generazione nel perseguimento di quegli stessi sogni.
Nel diritto italiano, la Fondazione di partecipazione è un ente che realizza una forma di cooperazione senza fini di lucro (tutelato, quindi, anche dall’articolo 45 della Costituzione) e che coniuga, in un unico soggetto, l’elemento “patrimoniale” tipico delle Fondazioni, con l’elemento “personale” caratteristico delle associazioni.
La Fondazione di partecipazione è un tipo particolare di Fondazione caratterizzata, sostanzialmente, da tre tratti comuni:
-
la presenza di una pluralità di fondatori, o comunque di partecipanti all’iniziativa, mediante un apporto non necessariamente economico ma di possibile diversa natura e, tuttavia, finalizzato ed utile al raggiungimento dello scopo prefissato;
-
la presenza di una partecipazione concreta ed attiva alla gestione della fondazione da parte di tutti i fondatori o partecipanti, attraverso la quale si stabilisce l’organizzazione e le regole di azione dell’ente in base alle esigenze dello stesso;
-
la presenza di un patrimonio che si forma progressivamente anche grazie all’intervento di soggetti conferenti diversi, e sopravvenuti, rispetto agli originari fondatori che hanno fornito la fondazione di un patrimonio iniziale, ma non autosufficiente e definitivo.
La peculiarità della Fondazione di partecipazione, quindi, è legata alla sua struttura, che deve permettere, da un lato, di ricevere l’adesione di soggetti ulteriori rispetto all’originale fondatore e, dall’altro, ai c.d. “conferenti”, cioè alla pluralità di fondatori o partecipanti, di determinare i processi decisionali finalizzati all’attuazione dello scopo, in funzione del quale i conferimenti sono stati effettuati.
Per costituire una Fondazione di partecipazione servono innanzitutto dei membri fondatori, che contribuiscono a creare il fondo di dotazione iniziale, per un minimo di 30.000 euro secondo la legge italiana. Il Consorzio Siciliano Le Galline Felici sarà uno dei soci fondatori, con un contributo di 15.000 euro (una decisione già votata dall'assemblea dei soci); gli altri soci fondatori saranno gruppi di consumatori costituiti come soggetti giuridici (associazioni, ad esempio), con un contributo minimo di 1.500 euro.
I membri fondatori registrano legalmente lo statuto della fondazione. Una volta costituita la fondazione, potranno aggiungersi altri membri aderenti che dovranno anch'essi versare un contributo minimo di 1.500 euro. Vogliamo che i membri associati abbiano dei diritti analoghi a quelli dei membri fondatori e che essi non siano correlati all'ammontare del contributo iniziale.
Anche i membri simpatizzanti potranno aderire alla fondazione, con una quota ridotta ma senza diritto alla governance. Naturalmente, si potrà anche fare una semplice donazione una tantum alla fondazione, senza dover contribuire al suo finanziamento annuale.
Una volta costituita, la peculiarità di una Fondazione di partecipazione prevede che i membri fondatori e i membri aderenti che entreranno in un secondo momento avranno diritti e doveri analoghi, indipendentemente dall'ammontare del loro contributo iniziale (minimo 1.500 euro). Quali sono i loro doveri? Innanzitutto l'impegno a partecipare attivamente alla vita della Fondazione. Ma non necessariamente per molti anni. Sia i membri aderenti che i fondatori avranno la possibilità di ritirarsi dopo un periodo minimo di attività, che potrebbe essere dell'ordine di uno o due anni. Inoltre, si farà il possibile per semplificare la gestione della fondazione (frequenza delle riunioni, lingue utilizzate, ecc.), con l'obiettivo di rendere accessibile la partecipazione al maggior numero possibile di persone.
Resta comunque il fatto che essere membri fondatori o associati della fondazione significa far parte di un'economia del dono che va oltre la semplice erogazione di fondi. Significa anche coltivare attivamente l'intelligenza collettiva della fondazione per renderla il più viva e utile possibile - e prima di tutto per crearla!
In generale, una Fondazione viene creata da uno o più membri fondatori che costituiscono il fondo di dotazione della Fondazione (nel nostro caso almeno 30.000 €). I membri fondatori non apportano solo fondi, ma anche il loro impegno a far vivere la Fondazione nel perseguimento degli obiettivi da loro definiti.
La Fondazione di partecipazione è un tipo particolare di Fondazione. I membri fondatori la creano per garantire che: a) non siano solo loro a decidere; b) abbiano, in futuro e se lo desiderano, la possibilità di lasciare la fondazione senza che questa e i suoi obiettivi iniziali scompaiano.
Quindi, una volta costituita la Fondazione, altre persone sono invitate a partecipare ad essa. Si tratta dei membri aderenti. Anche a loro viene richiesto di apportare fondi, anche a loro viene richiesto di impegnarsi a far vivere la fondazione. Membri fondatori e membri aderenti insieme costituiscono l'Assemblea Partecipativa della Fondazione.
Possono inoltre partecipare alla vita della fondazione membri di un terzo tipo: i membri sostenitori, i quali versano una piccola quota associativa annuale e hanno un impegno meno rilevante. Essi partecipano all'Assemblea Partecipativa con diritto di parola ma non di voto.
Gli organi della Fondazione sono un po' diversi da quelli di un'associazione. Oltre al Consiglio di Amministrazione incaricato della gestione operativa, è presente un Consiglio di Indirizzo nominato dall'Assemblea Partecipativa. Tale Consiglio di Indirizzo ha il compito di custodire lo scopo sociale e garantire il rispetto degli obiettivi della Fondazione. È inoltre, per delega dell'Assemblea Partecipativa, l'organo sovrano della Fondazione. La Fondazione deve dotarsi anche di un Organo di Controllo con il compito di verificare la conformità di ogni atto alla legge e allo Statuto.
La fondazione potrà accedere a finanziamenti pubblici e collaborare su progetti specifici con altre organizzazioni. Potrà anche sviluppare un'attività commerciale accessoria (ad esempio, l’edizione di libri), ma la maggior parte delle sue entrate proverrà dalle donazioni dei suoi membri o di altri donatori. I contributi dei vari membri della fondazione sono a fondo perduto. La fondazione utilizzerà quindi i propri fondi per finanziare o cofinanziare i progetti scelti, a condizione che, alla fine di ogni periodo contabile annuale, questi stessi fondi rimangano a un livello minimo di 30.000 euro. Questo è uno dei principi fondamentali di questo statuto: l'edificio può essere ampliato o ridotto più e più volte, ma le sue fondamenta devono rimanere intatte.
Oltre al fondo di dotazione iniziale, la fondazione deve quindi garantire un finanziamento regolare. Una piccola percentuale sulle vendite (dal lato del produttore) e sugli acquisti (dal lato del consumatore) potrebbe, ad esempio, costituire parte di questo finanziamento.
Innanzitutto, vorremmo che questa Fondazione sia decisamente europea nelle sue prospettive, che coltivi un'Europa di relazioni, piuttosto che un'Europa neoliberista e nazionalista, che prenda cura di tutti gli esseri viventi, compresi gli esseri umani. Quindi, i progetti sostenuti non riguarderanno solo la Sicilia, che nondimeno avrà un rilievo particolare nel programma per la sua storia e la sua posizione sulla linea di fuoco del riscaldamento climatico, anche perché il Consorzio ne sarà cofondatore.
Siccome vogliamo che sia riconosciuta di interesse pubblico, non potrà finanziare progetti direttamente legati alla commercializzazione di prodotti agricoli del Consorzio o agli interessi commerciali di un'altra struttura che ne fa parte. In particolare modo, la Fondazione potrebbe sostenere iniziative a favore di:
-
agroecologia e cura dei territori nel contesto della crisi climatica;
-
progetti di alleanza tra produttori e consumatori che mirano a sviluppare un consumo più consapevole ed etico;
-
creazione di luoghi di aggregazione cittadini attorno al cibo;
-
accessibilità, dell’educazione e della sensibilizzazione ad un cibo sano ed etico per tutte e tutti;
-
economia circolare e in particolare della valorizzazione di scarti agricoli.
Per il momento siamo arrivati a questa lista di scopi ma contiamo sul lavoro della Costituente per precisarla e ampliarla.
Gli esempi di progetti di seguito riportati sono da intendersi come esempi indicativi, il seguente elenco non è esaustivo e non segue un ordine di priorità:
- analizzare e documentare la “comunità Galline Felici” sia dal punto di vista degli agricoltori che dei gruppi di consumatori che dei rapporti tra agricoltori e gruppi;
- mappare e documentare i vari modelli di auto organizzazione alimentare in Europa, creare materiali di comunicazione, organizzare incontri internazionali;
- svolgere ricerche scientifiche sul risparmio e la preservazione delle risorse idriche e su altri temi legati all’agroecologia al tempo del cambiamento climatico
- organizzare incontri internazionali di agricoltori sui temi precedenti ed altri temi socio-economici (reddito, finanziamenti europei, pratica della filiera corta, ecc.);
- creare un incubatore per nuovi agricoltori;
- progetti educativi sull’agroecologia, sull’economia e il valore del cibo.