Melograno

Nome: Punicum granatum
Origine: Asia del sud
Esigenze colturali: pianta rustica con ridotto fabbisogno idrico e nutrizionale, predilige clima mediterraneo con estati calde e asciutte. La buccia coriacea ne favorisce la conservabilità, ma si spacca facilmente se ad un'eccessiva siccità seguono piogge improvvise (motivo per cui richiede irrigazioni costanti e regolari, nonostante sia arido-resistente).
Avversità: diversi funghi patogeni, e afidi nel periodo di fioritura (quando è complicato effettuare trattamenti fitosanitari).
Stagionalità: fine agosto-fine novembre
Consigli di conservazione: i melograni sono molto resistenti, durano circa un mese se conservati sia in luogo fresco sia in frigorifero (<10°C)

 
 

Anticamente era simbolo di fertilità (probabilmente per la gran quantità di semi che contiene) e forse per questo se ne trova un albero in quasi tutti i giardini delle antiche masserie siciliane.  Il nome “melograno”, che viene dal latino e significa “mela con semi”, ricorda appunto la struttura del frutto, rosso e grande come una mela e composto da tanti semi il cui colore varia dal rosa al rosso. Alcune leggende lo annoverano come l'albero del Paradiso, poi confuso con quello di mele.

Il melograno è un albero di dimensioni modeste, coltivato da millenni nell'area mediterranea. E’ molto rustico e si adatta a diversi terreni e condizioni climatiche. Spesso da questo adattamento alla diversa composizione del suolo e sbalzi climatici dipendono differenti caratteristiche organolettiche, l'aspetto, nonché la concentrazione dei nutrienti e principi attivi.  I fiori sono di un vivo colore rosso, a maggio durante la fioritura nei frutteti di melograno si crea un bellissimo spettacolo.

Il frutto, la melagrana, ha naturali proprietà antibatteriche, antiossidanti ed anti-infiammatorie. Protegge lo stomaco e contribuisce ad abbassare la pressione del sangue. I melograni aiutano il corpo e la pelle combattono i radicali liberi, prevenendo le malattie e nutrendo la pelle. Un melograno possiede il 48% del valore giornaliero di vitamina C.

La buccia coriacea ne favorisce la conservabilità, ma ne determina facili spaccature se ad una eccessiva siccità seguono piogge improvvise, per questa ragione se coltivato per produzione richiede irrigazioni costanti e regolari, nonostante la pianta sia resistente alla siccità.

L'arillo, che è il nome dei "grani" all'interno del frutto, ha una consistenza gelatinosa e protegge un piccolo seme che, in base alla varietà dell'albero, può essere bianco e molle o nero e duro. Sono semi oleosi che contengono acido ellagico, antociani ed epigallocatechina gallato, sostanze capaci di proteggere da patologie arterosclerotiche e tumorali.
La polpa traslucida, che va dal quasi bianco, al rosa, al rosso, al rosso scuro, può essere acidula, agrodolce o dolce e si può mangiare o spremere. Si preferisce spremere le varietà più acidule ma si ottiene un ottimo succo anche da quelle più dolci.
Nel consorzio abbiamo sia una produzione di frutti più acidi dalla polpa rossa intensa che maturano prima (ideali per spremute) e con i quali iniziamo le spedizioni che continuano con i frutti dolci che maturano dopo (ideali da mangiare).

Consigli di utilizzo:  L’estratto di melograno è il modo più semplice per assumerne tutti i nutrienti bevendo qualcosa di gustoso. Può essere consumato da solo o con altri frutti: due ottime combinazioni sono melograno, mela e limone, oppure melograno, lime e zenzero.
La scorza può essere essiccata e utilizzata per infusi utili per combattere episodi di dissenteria o per facilitare la digestione dopo ogni pasto.  Si può ottenere uno "scrub fai da te" molto facile ed efficace da una purea di semi di melograno con olio di cocco e zucchero, aiuta ad eliminare le cellule morte e combattere i segni dell'invecchiamento.