Avocado

L’avocado è un albero appartenente alla famiglia delle Lauracee, originario del Centro e del Sud America. Etimologicamente, il suo nome deriva dal nahuatl ahuacatl, che significa “testicolo”. Esistono più di 500 varietà di avocado, che si differenziano per provenienza, forma colore dimensione, e stagionalità… Qui descriviamo le principali coltivate dai nostri produttori:

Odoo - Esempio 1 per tre colonne

Varietà Hass

Originaria della California, è la varietà più diffusa al mondo, grazie al suo gusto e all'alta produttività degli alberi. La buccia ruvida ha una colorazione che varia da verde scuro a nero a maturità. Si caratterizza per avere un sapore intenso e una consistenza burrosa. Di solito le sue dimensioni oscillano da piccola a media, ma il nocciolo è più piccolo rispetto ad altre varietà. Ha un lungo periodo di raccolta e anche una lunga vita utile post-raccolta.

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Varietà Fuerte

La Fuerte è la varietà più diffusa dopo la Hass; deve il nome alla resistenza delle piante ai rigori invernali. Si distingue dalla Hass per la forma a pera, le dimensioni maggiori e la buccia più opaca. La buccia è verde-scuro, liscia ma con piccole macchie. La polpa, gialla e non fibrosa, contiene un seme di media grandezza. È una delle varietà che contiene meno grassi, ma con un alto apporto di acido oleico. Il sapore è più fruttato con un retrogusto di nocciola.

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Varietà Bacon

L’avocado Bacon, coltivato per la prima volta dal Signor James Bacon nel 1954, ha dimensioni mediamente maggiori della Fuerte, e una forma più ovale e meno "a pera". Si caratterizza per la buccia liscia color verde intenso molto facile da sbucciare, e un seme di grandi dimensioni. La polpa di colore verde chiaro è leggermente fibrosa. Questa varietà di avocado ha un gusto più delicato delle altre, cremosa ma con una limitata percentuale di grassi. 

Premesse botaniche:
avendo origine subtropicale, dove le precipitazioni sono frequentissime e ben distribuite durante l’anno, l’avocado non ha sviluppato particolari adattamenti morfologici e fisiologici per captare ed utilizzare l’acqua in maniera efficiente, e dunque resistere alla siccità.
In questo sono molto diversi dagli agrumi che, sebbene condividano l’origine subtropicale, provengono dal sud-est asiatico, dove si alternano una stagione di piogge abbondanti e una stagione di aridità. Gli agrumi infatti sono decisamente più efficienti nel captare ed utilizzare l’acqua, e sono quindi aridoresistenti (anche se le varietà più recenti o con portainnesti nuovi sono caratterizzate da un apparato radicale più superficiale e meno tollerante).

Dalla teoria alla pratica:
nonostante le differenze botaniche, dopo decenni di osservazioni, la letteratura riporta il fabbisogno idrico di un agrumeto intorno ai 10°000-15°000 m3/ettaro/anno, e quello di un avocadeto intorno ai 10°000-12°000 m3/ettaro/anno (dati FAO, piante a sviluppo completo, clima mediterraneo). Quindi, contrariamente a quanto si crede, dal punto di vista dell’agricoltore l’impatto sulle risorse idriche è equivalente per una coltivazione ad avocado piuttosto che ad agrumi.

E dal punto di vista del consumatore?
Qua le cose si complicano ulteriormente, perché l’impronta idrica di un prodotto viene calcolata per kilo di prodotto, non per ettaro. E siccome le piante di avocado hanno una produttività minore rispetto alle piante di agrumi, per produrre 1 kg di avocado è necessaria 3 volte tanta acqua che per produrre 1 kg di arance. Questo perché gli agrumi sono composti principalmente da acqua e zuccheri, mentre gli avocado contengono moltissimo olio. Le molecole grasse richiedono alla pianta moltissima energia per essere sintetizzate, e quindi molta più acqua e molti più zuccheri…

In sintesi:

  • per fare 1 kg di avocado ci vuole più acqua rispetto a 1 kg di agrumi, ma

  • 1 ettari ad avocadeto consuma la stessa acqua di 1 ettari di agrumeto

Sforzi fatti per ridurre il consumo idrico:
In generale, ridurre il consumo idrico di una coltura è quasi impossibile perché dettato dal clima, dalla fisiologia e morfologia della pianta. Quello che si può fare è scegliere per l'impianto zone umide e non ventose, ridurre la distanza tra le piante, contenere lo sviluppo con potature che limitino “il verde”, coprire il suolo etc.
Molto più efficace degli interventi sopracitati, è piuttosto l’aumento dell’efficienza nell’irrigazione. Basti pensare che i sistemi a goccia “perdono” per evaporazione solo il 20% dell’acqua distribuita, mentre i sistemi a pioggia “perdono” fino al 45%. Altrettanto importante è somministrare la giusta quantità di acqua con la giusta frequenza: l'avocado ha un apparato radicale molto superficiale che necessita di una costante bagnatura. Se si usa lo stesso metodo irriguo degli agrumi (irrigare tanto meno frequentemente), si perde tutta l’acqua che scende troppo nel suolo ed oltrepassa la profondità dell'apparato radicale. È quindi fondamentale adattare le tecniche irrigue all’impianto (poco ma ogni giorno per gli avocado), aiutandosi anche con l’installazione di sonde e sensori.