Qualità BIO e certificazione

Dal 28 dicembre 2016 il Consorzio è certificato bio nel suo insieme:

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Ad oggi (settembre 2024) sono rimasti pochissimi produttori di freschi soci non certificati, principalmente per convinzione politica, perchè credono che la garanzia partecipata ed il rapporto diretto valgano più di una certificazione di un ente terzo, oppure perchè non ritengono sostenibile il costo della certificazione per le dimensioni ridotte della propria azienda.
Questi produttori sono: Caudarella di Michele Russo, Fegotto di Canicarao di Gabriele Proto, Paolo Costa e Salvatore Pirrone e Balsamo Provvidenza.
Anche alcuni fornitori non sono certificati, per le stesse ragioni, o sono in fase di conversione: tendenzialmente cerchiamo di richiedere la certificazione a chi non conosciamo ancora bene, ma può capitare che ci sia un rapporto di fiducia tale da permetterci di oltrepassare questo requisito formale. E' il caso di La Valigia di Mimì, Spampinato, BAB e Bottaro
Inoltre capita di avere piccolissime produzioni (ad es. le arance amare), di cui il produttore ha solo qualche pianta che non sono stati inseriti nel certificato e che quindi non possono essere venduti come BIO pur rientrando nella prassi colturale aziendale.

Per tutti i produttori e i prodotti privi di certificazione garantiamo sia noi, sia i tanti consum'attori che ci visitano.

Questo processo di controllo reciproco e trasparente detto Garanzia Partecipata coinvolge attivamente tutti i produttori del Consorzio, i nostri dipendenti ( in particolare il tecnico di campagna e l'agronomo) e i consum'attori, garantendo la qualità e la genuinità dei prodotti.

 

Per i prodotti trasformati, il Consorzio   non ha  la certificazione, ma ce l'hanno quasi tutti i produttori . Potete facilmente identificare i prodotti certificati dalla fogliolina verde del BIO presente a destra sulla loro foto nel nostro negozio online.
Alcuni produttori però hanno prodotti trasformati senza certificazione per svariate ragioni:

Un prodotto trasformato, per avere la certificazione, deve avere ogni passaggio certificato. Ad esempio, per la pasta deve essere certificata la materia prima, ma anche il mulino che molisce il grano ed il pastificio che pastifica. Ma per un risultato ottimale, contano soprattutto la relazione e la fiducia che il produttore ha coi propri collaboratori. E può capitare che un produttore si trovi bene con un laboratorio che non ha interesse a certificarsi. E’ questo il caso, ad esempio, dell'azienda Ciuri di Rabuazzo, i cui trasformati di carciofi non sono certificati perchè il suo laboratorio di fiducia ha deciso di non rinnovare la propria certificazione.

Certificare un prodotto trasformato significa anche presentare all'ente certificatore una pratica di approvazione per ogni nuova etichetta. E per alcuni dei nostri  incalliti sperimentatori, questo si traduce in lungaggini burocratiche, che hanno quindi deciso di evitare non certificando le loro nuove ricette, pur continuando a lavorare nel rispetto sostanziale delle regole BIO.

Da ciò si può capire che la mancanza di certificazione in una piccola parte dei nostri prodotti non significa che non siano cibo sano, prodotto nel totale rispetto dell'ambiente.

FAQ

Per una questione di tracciabilità, la documentazione del BIO può essere fornita solo ad aziende commerciali a loro volta certificate, non ai consumatori finali. Quindi, se sei un consumatore finale ed hai effettuato l'accesso sul nostro sito, non vedrai prodotti freschi certificati, mentre se sei una realtà commerciale che ci richiede la tracciabilità BIO, avrai la possibilità di scegliere sia prodotti certificati che non certificati.

Per garantire la tracciabilità, le regole del nostro ente certificatore non permettono di inserire l'indicazione BIO in cassette non sigillate, a meno che queste non siano destinate a realtà commerciali soggette a loro volta a controlli del BIO. In questo modo la tracciabilità della filiera è garantita. Visto che, per preservare la freschezza dei nostri prodotti, preferiamo che le nostre cassette siano aperte ed arieggiate, non possiamo quindi inserire la dicitura BIO per i consumatori finali non bio. L'alternativa sarebbe confezionare le arance in “retine di plastica”...che proprio non ci piace.

Il regolamento comunitario prevede che un’azienda certificata possa avere contemporaneamente prodotti certificati e non. Ovviamente possiamo garantire solo la certificazione bio dei prodotti che entrano in magazzino come certificati. Questa regola, che da un lato non ci piace (ed infatti per prassi non accogliamo produttori che abbiano parti delle proprie aziende coltivate in modo convenzionale), dall’altro lato ci permette di valorizzare la certificazione dei produttori che ce l’hanno ma di non escludere i produttori che, per le ragioni spiegate più sopra, non la vogliono.

Ma se finora c'eravamo fatti un vanto della nostra Garanzia Partecipata consolidata dalle centinaia di visite dei nostri consum'attori, allora perchè certificarsi?

Abbiamo risposto alle richieste di un numero crescente di clienti più lontani e specialmente di piccole botteghe o cooperative che hanno bisogno della certificazione e, nel nostro voler dare risposte concrete ad un numero crescente di produttori, abbiamo preso questa decisione che ci agevola nella commercializzazione dei nostri prodotti. Continuiamo comunque ad essere fortemente critici nei confronti di un sistema che affida alle carte la certificazione e che troppo spesso è stato colto in fallo screditando così l'operato di migliaia di produttori onesti, che credono nel bio come un sistema di vita e di relazioni. Pertanto, vi invitiamo a continuare a visitarci ed “ispezionarci” personalmente e ad attribuire più valore ai vostri sensi che non ad un pezzo di carta ma ci ripromettiamo di fare la nostra parte affinchè lo screditato sistema di certificazioni riacquisti la credibilità ed il valore per il quale molti di noi si sono spesi molti anni prima che il regolamento CEE venisse approvato (1992).
Ricordiamo a tutti che la metà dei soci fondatori del Consorzio ha contribuito alla costituzione del CSAB (Coordinamento Siciliano agricoltura Biologica) nel 1984.