Imballaggi e sostenibilità
Il contesto
L'agenda degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite include il dimezzamento degli sprechi alimentari a livello di vendita al dettaglio e come uno degli obiettivi globali più importanti per garantire modelli di consumo e produzione sostenibili.
Uno dei principali obiettivi degli imballaggi è proprio quello di ridurre gli scarti alimentari. Ma nella maggior parte dei Paesi, gli imballaggi stessi rappresentano il 15-25% in volume dei rifiuti solidi urbani totali.
Questa consapevolezza ci ha portato più volte a chiederci: come spedire i nostri prodotti in modo da avere il minor impatto ambientale possibile?
La questione non è banale: quale materiale (tra plastica, cartone e legno) garantisce una migliore conservazione e quindi minor spreco alimentare? Qual è l’impatto della produzione e dello smaltimento di questi diversi materiali? Adottare imballaggi riutilizzabili ridurrebbe le emissioni o le aumenterebbe (perché gli imballaggi vuoti vanno trasportati e lavati)?
Le alternative
Fino al 2015 utilizzavamo cestelli di plastica tradizionali.
Abbiamo poi fatto una breve sperimentazione con cestelli di cartone, con pessimi risultati per via della scarsa aerazione, che favoriva lo sviluppo di muffe e marciumi, aumentando così lo spreco alimentare e le emissioni.
Abbiamo poi adottato i cestelli di legno, che utilizziamo ancora oggi, e che risultano preferiti dal 76% dei consumatori, secondo i risultati di un questionario che abbiamo condotto.
Analisi dell'impronta ambientale
Abbiamo quindi sondato le alternative per la restituzione a noi dei cestelli di plastica, spesso suggeritaci dai nostri consum'Attori. Sulla base della letteratura disponibile, abbiamo calcolato così l'impatto delle diverse opzioni. Per la produzione del cestello, si emettono circa 0,26 kg CO2 eq se in legno, e 1,06-1,38 se in plastica.
Le emissioni del trasporto (considerando una distanza media di 1600 km) di andata sono simili per i diversi materiali. Quello che cambia sono le emissioni del trasporto di ritorno nel caso di riutilizzo delle cassette vuote.
Per una cassetta di plastica standard si emetterebbero altri 0,9 kg CO₂ eq perché, anche se vuote, le cassette occupano comunque lo stesso volume. In questo caso, inoltre, il costo del trasporto è di molto superiore al costo della cassetta.
Per una cassetta in plastica pieghevole si risparmia circa il 75% delle emissioni del viaggio di ritorno, ottenendo circa 0,23 kg CO₂ eq per cassetta.
Le emissioni cumulative per cassetta (escludendo il viaggio di andata e lo smaltimento a fine vita) diventano quindi:
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Plastica standard monouso: 1,06 kg CO2 eq
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Plastica standard riutilizzabile: 0,93 kg CO2 eq per utilizzo (riutilizzata 50 volte)
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Legno monouso: 0,28 kg CO₂ eq
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Plastica pieghevole riutilizzabile: 0,26 kg CO2 eq per utilizzo (riutilizzata 50 volte)
La cassa in plastica multiuso ha prestazioni ambientali migliori solo se vengono ottimizzati i volumi di trasporto (cestelli pieghevoli) e se si garantisce un numero di riutilizzi superiore ai 25-40.
Anche il cestello in legno ha un basso impatto, e inoltre adopera nella produzione fino al 77% di risorse energetiche rinnovabili, rispetto al 3% della plastica. Infine, a fine vita, in legno genera una quantità minore di sostanze tossiche rispetto alla plastica e al cartone ondulato.
Bisogna considerare poi i costi di trasporto per la restituzione dei cestelli, l’impatto della sanificazione dei cestelli riutilizzabili (circa +3% di CO2eq se il lavaggio è effettuato in impianti efficienti), nonché le difficoltà logistiche per il recupero e lo stoccaggio dei cestelli vuoti da parte dei gruppi.
Conclusioni
L'analisi conferma la validità della nostra scelta attuale: tra le casse monouso, quelle in legno sono le meno impattanti, la loro produzione è basata su energie rinnovabili, e il loro fine vita è mediamente sostenibile (41% riciclo, 9% compostaggio, 27% produzione di energia)
Le cassette di plastica riutilizzabili comportano complessi problemi logistici, nonché investimenti significativi per il costo molto elevato dei cestelli, la necessità di acquistarne un sovrannumero, il bisogno di adeguate infrastrutture di sanificazione.
Fortunatamente, l'industria sviluppa continuamente nuove soluzioni; non appena saranno disponibili cassette pieghevoli riutilizzabili a costi accessibili, potremo avviare una sperimentazione con i nostri gruppi più grandi, per minimizzare le complessità logistiche iniziali e valutare concretamente tutte le implicazioni ambientali, operative ed economiche.
