Kalós Bio Farm
di Giuseppina Zambuto
Estensione: 3 ettari
Prodotti: arance, olive
Progetti: -
Possibilità di accoglienza: solo visite
Particolarità: gestione agroecologica
Kalós Bio Farm rappresenta un progetto di agricoltura consapevole dove la famiglia Zambuto ha trasformato l'eredità del nonno Calogero in un modello di gestione agroecologica.
Il nome Kalós, che significa "bello" in greco antico, richiama sia la bellezza estetica che quella morale della kalokagathia greca, riflettendo la filosofia aziendale che unisce etica e qualità produttiva.
I 3 ettari di aranceti sono gestiti con metodi rigorosamente biologici, con tecniche colturali che mirano al continuo incremento della fertilità del suolo e della biodiversità, nel massimo rispetto ambientale. La filosofia aziendale ribalta il concetto tradizionale di proprietà, considerandosi "custodi" di un pezzo di mondo da preservare per le generazioni future. L'approccio non punta alla massimizzazione produttiva ma all'armonia dell'agroecosistema, raggiungendo un equilibrio che permette di garantire un prodotto sano e genuino.
L'azienda familiare è nata con mio nonno Calogero, Liddu per tutti, ed è stata tramandata alle successive generazioni, così come la passione per l'agricoltura.
Il nome Kalós è un tributo a lui: il suo (e mio) nome infatti, è composto dalle parole greche Kalòs, bello, e Geron, uomo anziano. Da qui la connessione alla kalokagathia, che nella cultura greca indicava l'ideale di perfezione fisica e morale dell'uomo. Allo stesso modo, la nostra azienda vuole essere 'bella' non solo per l'aspetto, ma soprattutto per la sua etica e il suo comportamento morale 'buono'.
Oggi, io e i miei fratelli, con il grande supporto di Santo nostro padre, ci occupiamo dell'agrumeto o, meglio, ci prendiamo cura di un pezzo di mondo. Non sarà nostro in eterno, non lo è nemmeno adesso: siamo 'solo' dei Custodi.
Con questa visione, stravolgo l'idea di azienda e soprattutto la sua gestione. Non più azioni finalizzate a massimizzare la produzione, ma azioni armoniche al benessere dell'agroecosistema. Attuiamo infatti una gestione rigorosamente biologica, applicando tecniche colturali che mirano a un continuo incremento della fertilità del suolo e della biodiversità.
Raggiunto un certo equilibrio ecosistemico, è seguita la divulgazione verso i clienti. È stato difficile raggiungerle persone da soli, e ci sono voluti anni per creare una rete che apprezzasse e condividesse gli stessi nostri principi.
Poi un giorno, ho scoperto LeGallineFelici, grazie a un socio del Consorzio, e sono venuto a conoscenza di una realtà in cui ho ritrovato tutto ciò che stavamo costruendo: una grande famiglia unita da ideali e principi, con il grandioso effetto del giusto riconoscimento nei confronti dell'agricoltura.
Mi ha subito colpito! è sempre più raro trovare situazioni in cui non sia il denaro al centro di tutto. È sempre bello fare scoperte del genere. Ho conosciuto molti soci del Consorzio, ho approfondito la conoscenza delle loro realtà, riscontrando lo stesso entusiasmo mio e dei miei fratelli.
Dopo lunga riflessione, abbiamo deciso di aderire come fornitori, come pulcini. Non ci siamo sentiti più da soli. Era bello sapere che i nostri frutti arrivavano al consumatore con la stessa cura che abbiamo sempre avuto con la vendita diretta. Chi mangia sa bene cosa c'è dietro quel frutto, conosce chi siamo e la nostra realtà.
Questo insieme, oltre a vivere e lavorare nel massimo rispetto dell’ambiente, sta permettendo a molti produttori di continuare nel mondo dell’agricoltura, ad evitare che le terre vengano abbandonate.
E quindi, dal 2022 siamo diventati ufficialmente soci. Ho avuto modo di partecipare ad alcune attività del Consorzio in giro per l’Italia, per trovare ulteriore conferma che il Consorzio non è un’entità che vende prodotti, bensì una piccola parte della famiglia di cui fanno parte anche, o soprattutto, i consumatori.
Ho visto come l'unione riesce a superare ostacoli che da soli sembrano insormontabili, come questa realtà non si sia chiusa su se stessa ma continui a evolversi e accrescere la propria rete. Fare rete: alla fine, era sufficiente fare un po' più attenzione alla natura che ci circonda.
Calogero (Gero) Zambuto